Descrizione opera
- Tempera su tela
- cm 300 x 346,3
- Cappella della Croce transetto sinistro, Santa Maria del Fiore - Firenze
- Restauro 2024
- Direzione del restauro: Rita Filardi Opera di Santa Maria del Fiore
- Foto Antonio Quattrone
Confronti prima/dopo il restauro
Galleria immagini
Osservazioni preliminari e tecnica esecutiva
I dipinti sono in prima tela.
Il supporto tessile è realizzato con 4 pezze cucite in senso orizzontale, le cuciture, mantenutesi sorprendentemente, congiungono i due teli centrali alti 101centimetri, la pezza inferiore, alta circa 70 centimetri visibili (75-77centimetri se si considera la superficie che gira sullo spessore e sul retro del telaio) e quella superiore alta circa 22-24 centimetri visibili (30 centimetri se si considera la superficie che gira sullo spessore e sul retro del telaio).
I due teli centrali sono tessuti con un filato grossolano di canapa di densità 7x7 fili /cmq, mentre i teli inferiore e superiore sono tessuti con filato di lino di titolo molto più sottile e con una densità di 12x9 fili/cmq. Sui due teli centrali si riscontra la presenza di fili e nodi estrusi sia al verso che al recto. L'osservazione del verso della tela mostra la traccia degli elementi strutturali del telaio originale, quali la rompitratta longitudinale ed i quattro rinforzi angolari, evidenti per l'impronta sul filato originale nudo, non imbevuto dalla sostanza scura spennellata sul retro quando il telaio originale era in essere.
L'attuale nuovo telaio, realizzato nel restauro del 2002, ha uno spessore di 4 centimetri ed una larghezza di 12 centimetri che nasconde alla vista la traccia dei listelli del telaio originale che erano più stretti. Il profilo perimetrale originale del supporto è visibile pressoché su tutti lati e l'osservazione del filato lungo i margini dove non è stato impregnato dai vari materiali consolidanti, della composizione dei teli e della loro disposizione, suggerisce che il supporto è stato concepito per avere un peso contenuto considerate le sue dimensioni. Sulla metà inferiore della tela si osservano i segni di un abbozzo che corrisponde alla prima impostazione del disegno che il pittore ha eseguito a pennello direttamente sul fronte della tela o sulla preparazione utilizzando un colore molto scuro di tono freddo con un medium che è stato assorbito dal filato lasciando la sua impronta sul retro.
La preparazione è stesa in modo disomogeneo, probabilmente trattenuta già originariamente in maniera differente dai diversi filati: sulla tarmatura rada in alcune zone è passata sul retro (foto 5) e generalmente ha lasciato quasi scoperti i nodi; sui teli posti in basso e in alto, nonostante il tessuto sia più serrato, la stesura appare comunque non uniforme. (cfr. foto al microscopio digitale 1-4) Le analisi chimiche e stratigrafiche eseguite su microprelievi da ADAMANTIO srl per l'identificazione dei materiali costitutivi della pittura “hanno identificato una struttura pittorica relativamente semplice composta da uno strato preparatorio di colore marrone chiaro a base di carbonato di calcio e terre ed un secondo strato più superficiale con funzione pittorica. […] La pirolisi ha inoltre rilevato i marker di una probabile cera sintetica, di colle animali e di un derivato del colesterolo. Quest'ultimo permette di ipotizzare l'utilizzo di uovo anche se, l'assenza di altri marker specifici, non consente di confermarlo con certezza. Questa ipotesi sarebbe compatibile con un avanzato degrado della matrice organica” (cfr. relazione Adamantio n.46/b 2024 pag. 5/20).
Riguardo ai pigmenti utilizzati dal Poccetti, è stata analizzata una stesura gialla costituita da giallo di Piombo e Stagno che risulta stesa in strato sottile sulla preparazione intonata di colore beige. Una pittura quindi realizzata con l'intento di simulare l'effetto visivo di un affresco, tramite l'utilizzo di pigmenti dalla tonalità accesa miscelati ad un legante magro, stesi su un fondo chiaro. Lo spessore ridotto dello strato preparatorio probabilmente è stato pensato per non appesantire il supporto, come detto, di dimensioni considerevoli. Questa caratteristica tecnica ha certamente contribuito alla conservazione dell'opera che tutt'oggi è ancora in prima tela e mantiene pressoché inalterata la sua struttura, ma, da un altro lato, ha favorito la perdita di luminosità delle campiture pittoriche imbibite dai materiali consolidanti applicati nei diversi interventi di manutenzione e restauro che si sono succeduti nel tempo-vita dell'opera e che hanno causato l'alterazione cromatica del filato e degli strati pittorici.